MENO COSTI DELLA POLITICA, PERCHE’?!

MENO COSTI DELLA POLITICA, PERCHE’?!

Condividi

CHE LA TERZA REPUBBLICA ABBIA INIZIO!

Tocchiamo ora il tema dei costi della politica, tema strumentalizzato, tema tacciato di populismo, tema che nel secondo dopo guerra è stato affrontato senza neanche discuterne.

Usciti dalla seconda guerra mondiale, con l’Italia smembrata fisicamente ed economicamente, i politici non avevano a disposizione grandi risorse. Intellettuali, professori, borghesi, aristocratici si dedicavano alla politica affrontando grandi ristrettezze economiche, con la convinzione di impoverirsi invece che arricchirsi, per passione o per prestigio sociale.

I politici dell’epoca, cresciuti nelle ristrettezze che la guerra impone, erano più modesti nelle aspettative e sentivano il peso sociale, culturale e politico di garantire uno sviluppo alla Nazione Italia.

I cittadini erano carichi di aspettative che scaricavano sulle spalle dei propri rappresentanti istituzionali ed infatti in quegli anni l’Italia crebbe enormemente, grazie al sacrificio e all’impegno di una dirigenza illuminata.

Con la giustissima entrata in politica della classe operaia si affrontò il problema di garantire le medesime possibilità economiche ai politici. Per la prima volta in Italia il popolo salì letteralmente al potere ma il divario economico tra la classe operaia e la classe borghese era fortissimo, tanto da impedire l’accesso in politica ai ceti popolari, minando le basi della democrazia.

Si iniziò giustamente a garantire rimborsi per il trasporto, si innalzarono gli stipendi, si passò con il garantire agevolazioni nei settori culturali (cinema, teatro, viaggi), fino a far degenerare il meccanismo per come lo conosciamo oggi.

Con il secondo, finto, boom economico l’Italia si convinse che la “cuccagna” non sarebbe mai finita e che il flusso di denari crescente tra la gente fosse destinato ad aumentare senza un limite. I privilegi dei politici aumentarono ma nessuno ci fece caso perché i dati economici, drogati dal debito pubblico, continuavano a crescere. Nel tempo si creò una vera e propria casta fatta di politici, dirigenti, sindacalisti, generali, professori, ecc. ecc., ogni influencer ebbe la sua parte.

Nel 2010 iniziarono a farsi sentire gli effetti della crisi economica che tanti economisti profetizzavano da anni. L’Italia risprofondò in un “terzo dopo guerra” economico. Nessuna maceria fisica, per fortuna, ma dati economici al ribasso come un post terza guerra mondiale.

Inizia la guerra economica!

Le tasse aumentano, i consumi si restringono, la disoccupazione sale e l’emigrazione giovanile impenna.

I politici di oggi, populisti o meno, hanno l’obbligo morale di tornare a fare gli stessi sacrifici che chiedono ai propri cittadini e che altri prima di loro, in passato, nelle medesime condizioni hanno fatto.

Sappiamo TUTTI che il taglio dei privilegi non porta risparmi considerevoli alle tasche dei cittadini ma la questione più che economica-matematica è morale! I cittadini chiedono i “tagli” per empatia, per giustizia sociale e perché negli anni si è fatto schifo!

La colpa è di tutti, questo, però, non giustifica il perpetuarsi di un determinato comportamento. La logica del “Tutti colpevoli e tutti innocenti!” ci ha portato ad un degrado morale istituzionalizzando le tangenti per arrivare alla situazione attuale.

CHE LA TERZA REPUBBLICA ABBIA INIZIO!