Rifiuti Zero: la mia tesi di laurea sull’«Utopia Reale»

Condividi

Ci sono scelte nel corso della vita che richiedono tempo prima di essere intraprese e ve ne sono altre prese quasi con scioltezza o naturalezza, d’istinto potremmo dire. I perché in questo secondo caso sono dovuti sempre a delle inclinazioni naturali de tutto soggettive, come ad esempio un aspirante giurista con la passione per i diritti umani quando dovrà decidere il suo argomento di tesi tratterà sicuramente questioni che mirano quel tema. Sul suddetto iter si è basata la mia volontà quando scelsi di intraprendere un lavoro di tesi incentrato su Rifiuti Zero, insolito per uno studente di filosofia e storia trattare un argomento così tecnico e all’apparenza poco affine al suo percorso di studi tuttavia non era questo il mio pensiero quando ho scoperto e approfondito il programma della strategia elaborata da Paul Connett. Dico infatti all’apparenza proprio perché tutto ciò che sta dietro ai rifiuti è creato, gestito e distrutto (anche se il termine più consono alla situazione è <nascosto>) dall’uomo, è quindi nostra la responsabilità della sua permanenza nel mondo e soprattutto della salute sia dell’eco-sistema che di tutti gli esseri viventi sulla terra, compreso l’uomo. Proprio in questa relazione risiede ciò che maggiormente interessa l’umanista interessatosi alla vicenda, cioè quanto sono dannosi per l’umanità i propri scarti nel tempo e nello spazio? Mentre la ricerca sul materiale da utilizzare proseguiva mi rendevo sempre più conto del enorme disastro causato nel mondo dal nostro stile di vita non curante dell’ambiente circostante e di come questo sia già in larga misura irreversibile, o meglio senza possibilità alcuna di ritornare allo stato iniziale. Tutto questo sviluppo al negativo è avvenuto nel corso di pochi decenni ed il suo ritmo non attesta alcun tipo di rallentamento.
Per fortuna non siamo in pochi a percepire il disastro ambientale fin’ora realizzato, grazie a questa diffusa sensibilizzazione per un mondo più pulito e soprattutto più sostenibile la mia proposta di portare la strategia Rifiuti Zero anche in ambito accademico venne accolta con grande entusiasmo dal professore di Geografia Umana Yuri Perfetti, presso il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria ma non solo, anche in altre realtà si è trovato terreno fertile che ha consentito di poter diffondere a più persone il messaggio e le pratiche di Rifiuti Zero basti pensare al Distretto Rotaract 2100 Campania – Calabria – Territorio di Lauria che ha inserito la Rifiuti Zero nelle linee guida della Commissione Ambiente e Territorio garantendo una forte promulgazione all’interno del territorio in cui opera.
In tutto questo avere l’opportunità di lavorare specificamente sul mondo dei rifiuti è stato per me molto gratificante e soddisfacente in quanto ho avuto modo di scoprire l’intero background sulla gestione rifiuti e soprattutto qual è stato il loro percorso storico. L’elaborato, infatti, inizia proprio con un breve accenno a quest’ultimo punto intitolato <> ivi si analizzano gli scarti e le loro destinazioni finali dall’antichità ai giorni nostri comparando le differenze sia qualitative che quantitative: basti pensare che fino al progresso della chimica esistevano solo due tipi di rifiuti, gli inerti composti da oggetti non più utilizzabili tipo vasellame, ferraglia di qualsiasi genere e la frazione organica come gli scarti provenienti dalla cucina; e le deiezioni umane e degli animali, ivi compresi tutti gli scarti organici provenienti dalle cucine. Anche se vi era comunque una quantità ridotta rispetto ad oggi, già queste due creavano notevoli difficoltà agli abitanti del passato soprattutto in ambito urbano, in relazione ai cattivi odori derivanti dalla seconda frazione, ma nonostante la presenza del insopportabile miasma esso ad ogni modo non inquinava l’ambiente circostante anzi, garantiva ottimo fertilizzante utile ai fini agricoli; tuttavia la differenza tra ieri ed oggi non si limita solo nella qualità ma sopratutto nelle quantità prodotte. La gravità della gestione rifiuti verte principalmente sul incredibile quantità di rifiuti che ogni essere umano produce, oltre 1 kg al giorno, il tutto moltiplicato per 7 miliardi e mezzo di persone. Un ritmo insostenibile per le risorse energetiche e per l’ecosistema ma a compromettere più di tutto la serenità dell’essere umano è un altro aspetto, quella che fa riferimento allo spazio occupato dai rifiuti, in quanto nel giro di pochi decenni si troverà ad essere a tutti gli effetti invaso non dagli africani, non dai cinesi o da una popolazione aliena ma proprio dai suoi stessi rifiuti!

Passando al secondo capitolo la tesi verte principalmente sulla gestione attuale del ciclo dei rifiuti parlando del quadro normativo atto a regolare l’intera filiera al livello sia europeo sia nazionale, mettendo in evidenza l’evoluzione nel tempo delle normative di riferimento. Ai fini della ricerca storica attestiamo come nel corso di un decennio e mezzo dal d.p.r 1982 al d.lgs 5 febbraio 1997 (conosciuto come decreto Ronchi) cambi la percezione sulla questione rifiuti a partire proprio dagli ambiti governativi.

«Conoscere bene te stesso è l’unico modo per capire e comprendere gli altri» era la frase ripetuta continuamente da un mio professore universitario quando voleva farci capire come si è sviluppata la storia delle religioni nel corso del tempo proprio grazie alla comparazione con chi è diverso da noi, processo possibile solo nel momento in cui conosciamo bene ogni aspetto della nostra esistenza, cultura e vita.

Perseguendo questa scia credo che i primi due capitoli siano quelli più importanti della tesi, poichè essi lasciano ben intendere quanto fatto in passato e nel presente nella gestione rifiuti mettendoci così facendo nelle condizioni di conoscere bene la nostra civiltà in questo senso e quindi di affacciarci con più consapevolezza nel futuro, che visto il presente disastroso non può che essere <> a cui è dedicato un intero capitolo, il terzo e ultimo.

Attivisti in “addestramento” presso il Centro Rifiuti Zero durante l’intervento del premio nobel Ercolini (in piedi a destra) e dell’assessore all’ambiente Matteo Francesconi.

Per la preparazione della tesi sono stati necessari quasi 8 mesi dove non si è soltanto operato solo sulla ricerca teorica ma anche sul campo, infatti insieme al relatore, prof. Perfetti, accompagnati da una fitta delegazione di Aria Nuova ci siamo diretti al seminario per l’attivismo a Rifiuti Zero tenuto a Capannori nel Aprile del 2017 dove abbiamo appreso più da vicino le dinamiche, i dettagli e la passione necessari per la realizzazione di una realtà a Rifiuti Zero.

L’impegno verso quest’ultimo obiettivo non si ferma con la stesura della prima tesi incentrata sulla strategia Rifiuti Zero tutt’altro, siamo pronti a promulgare la strategia in ogni dove senza sosta e senza timori per far si che l’umanità e la natura tornino ad essere in perfetta sintonia senza che l’uno danneggi l’altro.

Dott. Salvatore Francesco Sammarro